Sacha Piersanti, Carola Allemandi e Giansalvo Pio Fortunato hanno cifre diversissime ma tutti e tre in confronto coraggioso col loro tempo. Sono giovani ma non scelti in quanto giovani poeti ma per la loro consistenza di poeti giovani.
Ora, per l'ultimo contributo di questo numero di Dromo, Intraverso ospita la voce di Solvejg Albeverio Manzoni una poeta, artista, scrittrice che opera da oltre cinquanta anni, testimone di tempi di lotta e sconfitta che continuamente passeggia negli inferni quelli che ci hanno preceduti, che abbiamo realizzato ma anche quello che stiamo lasciando.
Lasciare è anche uscire, magari ancora credendo che possiamo riveder le stelle.
L’UOMO SENZA PUPILLE
Avanza con le mani protese,
fissa intorno i bulbi oculari vuoti:
massa semifluida e trasparente.
Sonnambulo fra la folla che fluisce,
Edipo schiacciato dagli oracoli,
Edipo del Terminal, dov’è fuggita la tua Antigone?
Stazione sudicia, scrostata, Verrazzano Bridge,
acque putrefatte,
...schioccar delle ossa...reminiscenze
del grande bostoniano emigrato.
Orda da basso impero, folla bramosa
-Vogliamo sangue di gladiatori!
Pure il cieco
sarebbe crudele, se avesse le pupille:
schiacciare il prossimo per sopravvivere.
Penn Station, Bus Terminal, e lei
non osò far l’elemosina al cieco.
La massaia,
che si vergogna di essere massaia
sente la filaccia della vecchiaia
insinuarsi sotto pelle nel corpo
e scomporre l’espressione.
D’improvviso ritrovarsi sconosciuta nello specchio.
Seduta sulla sedia anatomica,
al calduccio del benessere, ruba
il tempo per raccontare storie
con pennelli e con matite.
Si ammucchiano piatti sporchi dentro il lavello,
i resti di cibi attaccati
puzzano.
Quelle mani protese a sentire i pericoli,
mudra di carità e protezione,
simultaneamente.
New York, 1984
L’ATTESA DELLA FINE DEL MONDO
Intorno
cemento, muri,
“uno strofinaccio per favore, presto!”
devo impedire alla morte di insediarsi
attraverso le fessure che
squarceranno pareti, soffitti, vetri.
Affannosamente
sfrego con il primo cencio che trovo,
là una crepa qui un’altra,
occorre pulire dappertutto
senza perdersi d’animo,
strofinare all’interno, all’esterno
il pericolo si cela pure
giù dalle scale, nei cortili. Le crepe
si moltiplicheranno, rendendo friabili
gli edifici,
allora
la morte potrà infilarsi ovunque.
Bochum, 2000
MESOPOTAMIA; DODICI ANNI DOPO
Tremate, figure di Tell Asmar dagli occhi
dolentemente spalancati,
i massacratori buoni son tornati
dal cielo a vomitare uranio riciclato.
Raderanno infine le tracce
del vostro passato
nel contempo rubando petrolio
alle viscere della terra
-barili a milioni, per placare
la loro sete sfrenata-
Manipolato e soddisfatto, il mondo libero
inneggerà alla democrazia.
Eravate sopravvissute ai millenni,
sopra di voi divenute
schegge nella polvere, sorgerà
la civilizzazione dei tempi nuovi:
Mc Babylon.
Aprile 2003
MINE GIOCATTOLO
L’imposizione della democrazia
inquina l’atmosfera
e lascia sul terreno anche
oggettini satinati colorati
perfetti soldati, attivi per anni,
che non occorre
nutrire e neppure vestire…
Si chiamano Ananas, Valmara 69, Farfalla,
grazie a loro, profitti e dividendi
fioriscono
salvando posti di lavoro.
Bonn, 2005/2011
Nota: Ananas, Valmara 69, Farfalla: sono i nomi di mine anti-uomo prodotte in Italia