La mindfulness è definibile come consapevolezza o presenza mentale basata su un adeguato training mentale, che permette allo stesso tempo di aumentare l’attenzione prestata a ciò che accade, ai vissuti nel momento presente, e di ridurre il disagio causato da una non appropriata reattività agli eventi che conduce a stress e ad altre forme di sofferenza psicofisica (Kabat-Zinn, 2005). La mindfulness è inoltre caratterizzata da un atteggiamento aperto di accettazione verso l’esperienza, sia essa piacevole, spiacevole o neutra.
Pertanto lo sviluppo della mindfulness attraverso esercizi meditativi è associato ad aumentate capacità di attenzione, di consapevolezza situazionale e di flessibilità cognitiva, a una più efficace regolazione delle emozioni e dello stato del sistema nervoso autonomo, e ad un’aumentata capacità di relazionarsi in modo aperto e accogliente alle esperienze spiacevoli o dolorose.
Lo stato mentale mindful può essere inoltre caratterizzato in contrasto con stati della mente in cui l’attenzione si dissocia involontariamente dal campo di esperienza nel momento presente, come, ad esempio, nel cosiddetto divagare della mente, che si manifesta attraverso pensieri inconsapevoli, fantasie e proiezioni di sé nel passato o nel futuro, oppure nell’agire con il “pilota automatico”, ovvero senza consapevolezza delle proprie azioni e Professioni Mindfulness: dalla riduzione del disagio all’ecologia delle proprie emozioni.
Pertanto la mindfulness permette di rimanere in contatto consapevole e di accettazione con l’esperienza nel qui ed ora, portando potenzialmente ad incontrare e apprezzare ogni momento della propria vita e a fare amicizia con il cambiamento incessante in essa, piuttosto che esserne disturbati e sperimentare il disagio che deriva dai cambiamenti e dal non potere controllare gli eventi.
Diverse ricerche hanno evidenziato che programmi o interventi basati sulla mindfulness portano alla riduzione dello stress e di stati di disagio psicologico, aumentando la calma, la concentrazione, la resilienza e la lucidità dei praticanti. Il training basato sulla mindfulness ha inoltre effetti salutari sui principali network del cervello, migliorandone il funzionamento, oltre a ridurre gli effetti dell’invecchiamento neurocognitivo, in termini di neuroplasticità funzionale e strutturale.
Basandosi su adattamenti e contestualizzazioni secolari di pratiche meditative onorate dal tempo e sulla loro integrazione con aspetti psicoeducativi di più recente sviluppo, gli interventi basati sulla mindfulness hanno conosciuto una grande diffusione nel mondo nelle ultime decadi, in diversi contesti e ambiti della società.
Per esempio, negli Stati Uniti e nel Regno Unito, tra altre nazioni del mondo, la mindfulness ha diffuse applicazioni terapeutiche, educative e di ambito aziendale, con importanti utilizzi in grandi aziende come Google, oltre che in scuole, centri clinici e altri contesti. Una relazione redatta da una Commissione Parlamentare britannica nell’ottobre del 2015 dal titolo “Mindful Nation UK” ha enfatizzato l’importanza
strategica della mindfulness in quattro ambiti chiave per la nazione: clinico, educativo, lavorativo e penitenziario. Il sistema sanitario nazionale inglese utilizza un intervento basato sulla mindfulness come una delle terapie più efficaci per la depressione. La mindfulness può essere una risorsa importante per ridurre lo stress e il disagio psicologico associati al Covid-19.
Una recente rassegna di Brooks e al. (2020) relativa all’impatto psicologico del periodo di quarantena dovuto al Covid-19, pubblicata sulla prestigiosa rivista medica Lancet, ha riportato che la maggior parte degli studi rivela effetti psicologici negativi connessi alla quarantena, come sintomi da disturbo post-traumatico da stress, confusione e rabbia. I fattori stressanti hanno incluso la durata della quarantena, paure di contrarre l’infezione, frustrazione, noia, la percezione di non avere un adeguato accesso a risorse e di non ricevere informazioni adeguate, nonché perdite economiche.
La rassegna ha anche riportato che diversi ricercatori ritengono che gli effetti connessi a tali stati mentali negativi e fattori stressanti durino a lungo nel tempo. Si ritiene inoltre che gli stati mentali negativi riportati e gli effetti associati allo stress, con particolare riferimento ad ansie, confusione, frustrazione e rabbia, in combinazione con abitudini, aspettative, credenze e comportamenti associati a dipendenze, possano avere giocato un ruolo nel causare comportamenti inappropriati o irresponsabili durante il lockdown per il Covid-19.
Praticare la mindfulness nel periodo attuale, in cui i contagi da Covid-19 sono in circolazione, con restrizioni sociali e incertezze diffuse, può quindi aiutare ad attenuare la proliferazione di pensieri negativi e stati mentali negativi che tendono ad alimentarsi reciprocamente, come nei casi della depressione e dell’ansia. Inoltre, la mindfulness può essere proposta in modo economico in gruppi, e fruita anche in modalità online. La pratica della mindfulness può inoltre essere utilmente associata ad esercizi meditativi di benevolenza e compassione verso sé stessi e gli altri, che portano a un senso di agio, apertura e accettazione, oltre ad aumentare il livello di ossitocina, un ormone e neuromediatore associato a condizioni di benessere psicofisico, distensione e agio. Inoltre la coltivazione della presenza mentale può contribuire a mantenere un livello di attenzione sostenuta e di calma che aiuta il mantenimento di comportamenti vigili e responsabili, utili per la prevenzione di contagi, e la consapevolezza delle situazioni, di beneficio per sé stessi e per gli altri in contesti sociali.
La pratica della mindfulness può inoltre prevenire l’insorgenza di disturbi e vulnerabilità a lungo termine associati al Covid-19, sulla base di studi precedenti sugli effetti benefici della mindfulness sul disturbo post-traumatico da stress, sull’ansia, sulla depressione e sull’insonnia.
Si può quindi plausibilmente assumere che il training di mindfulness porti all’aumento dei livelli di consapevolezza, di equilibrio emozionale e motivazionale, nonché di attitudine alla cura di sé e degli altri, di rilevanza sia per la corrente crisi mondiale per il Covid-19, che per l’importante sfida del cambiamento climatico globale e dei dissesti ecologici e di sostenibilità nel pianeta.
L’aumento di consapevolezza può assumere una portata ecologica, regolando sia stati mentali di reattività ad una minaccia percepita nel caso del Covid-19, che di dipendenza e abitudine rilevanti sia per la vita con il Covid-19 che per le scelte in relazione all’ecologia e al cambiamento climatico.
Si può quindi assumere che un’aumentata flessibilità mentale connessa alla pratica della mindfulness e della compassione porti gli individui ad essere più liberi dalle proprie paure, ansie, dipendenze, abitudini e frustrazioni, ed allo stesso tempo a comportamenti verso l’ambiente e la società che siano più consapevoli e responsabili in termini ecologici e di sostenibilità, oltre che nella prevenzione di contagi
da Covid-19.
Al riguardo, con un gruppo internazionale di esperti nell’International Panel for Behavioral Change (IPBC) con sede a Parigi, siamo impegnati a sviluppare ricerche e interventi per il cambiamento di atteggiamenti e comportamenti umani per l’ecologia, la riduzione del cambiamento climatico e un futuro sostenibile, in cui programmi ecologici di mindfulness e compassione possono giocare un ruolo rilevante.