In “Quarta dimensione”, Gianni Ritsos descrive come la sofferenza umana sia declinabile attraverso il tempo che tutto mescola e tutto trasforma. Tra la sofferenza immortale del mitico Agamennone e la sofferenza dell’Agamennone trasposto nei tempi di oggi, povero e pieno di dubbi, senza più alcuna gloria, non c’è alcuna differenza. Il mito non è un ammantare celebrativo né occasione per fare poesia ma appello alla dimensione autentica dell’umanità.
Di Marinella Linardos