Ho scelto il testo La Fine del Mondo di Anastasio.
Il senso di questa canzone, in genere, in rete è spiegato con la diacronia tra genitori boomer dal presente, passato e futuro preconfezionato e gli adolescenti millenial del tutto privi di futuro, chiusi in un mondo divorato dai genitori, che li hanno espropriati perfino del diritto di sbagliare.
Il senso che ho sempre dato io a questa canzone è completamente diverso.
Un adolescente come gli altri soffre un disagio rispetto alle attese dei genitori e della società, come previsto dalla lettura data comunemente, ma solo nelle prime strofe.
In quelle intermedie infatti la risposta è decisamente un breakdown psicotico con gravi aspetti depressivi. Il mondo ci paralizza nel letto. Quanti pazienti sono in queste condizioni?
Dietro questo vissuto depressivo si cela però un delirio agitato, un passaggio alla fase maniacale.
Il mondo si sgretola nelle ultime strofe, con una violenza che parte comunque dal profondo e contemporaneamente dall’altrove di un universo altrettanto profondo. Da là arrivano i bassi e il meteorite. Un delirio di onnipotenza che si oppone alla depressione delle strofe intermedie.
Il mondo esplode, senza possibilità di rimedio.
Di Manlio Converti