I libri per l’infanzia hanno un grande spettro di argomenti trattati. Dal momento che si rivolgono ad una popolazione di lettori che vanno dai 0 ai 16 anni, infatti, gli argomenti che si propongono a questo pubblico di norma crescono e si modificano seguendo le necessità e i contenuti richiesti dalle comunità che i libri abitano. A seconda dei tempi che si vivono cambiano, ma spesso le richieste riguardano problemi comuni alle famiglie: gelosie tra fratelli e sorelle, tempi della giornata, alzarsi, vestirsi… ma anche cambiare abitudini, traslocare, capire le proprie emozioni, decifrare i cambiamenti del proprio corpo.
I libri per l’infanzia hanno diversi utilizzi. Si usano nella mediazione con l’adulto, per far vedere ai bambini e le bambine come ci si dovrebbe comportare, o meglio come “altri” si sono comportati nella loro stessa situazione. Hanno l’obiettivo di mostrare ai lettori come guardare le cose da punto di vista di altri, e altre. Gli adulti e gli educatori che osservano e conoscono i ragazzi e le ragazze hanno il compito di riconoscere i segnali e trovare per ciascuno di loro i testi giusti, i libri più appropriati per ogni momento.
Se questo riesce, i lettori e le lettrici hanno l’opportunità vedersi e rispecchiarsi in un libro. Questo è il grande valore della letteratura: farci sentire meno soli, farci capire che qualsiasi cosa ci accada, qualcuno da qualche parte, come noi, ha pensato ha cercato soluzioni che potrebbero essere utili anche a noi. Farci sentire uniti nel trovare modi per vivere meglio. Funziona per l’uso del vasino, per la perdita di un amico, per la scoperta di un nuovo amore, per la caduta dei denti davanti. Funziona per il primo giorno di scuola, per la paura di incontrare una nuova maestra…
Sappiamo però che la vita ha molti ambiti che sono difficili e bui e tristi, e rispetto ad essi è molto più arduo sapere bene come si possa ragionarne con l’infanzia. C’è la violenza, la morte, la crudeltà, la guerra e la stupidità degli uomini e delle donne. C’è l’abuso, il potere, la denigrazione, la sopraffazione. Se si vuole affrontare temi così, è più difficile sapere che libri frequentare… Eppure, chi, come noi, ha una fiducia imprescindibile nei testi scritti e illustrati sa che essi rappresentano il nostro comune sapere e, come tale, ci riportano ad una dimensione di condivisione di umanità che è alla base del vivere insieme. Per questo anche nel percorrere questi luoghi più impervi possono essere di grande aiuto. E’ importante che siano scelti bene, che dicano le cose giuste, che trovino soluzioni umane, forti e coraggiose. E’ importante che siano libri scritti con verità e condivisione.
Ovviamente il numero di questi libri “controversi” è molto minore rispetto a quelli che affrontano le cose belle della vita e diventano sempre meno all’aumentare dell’angoscia che il problema genera nell’adulto. Di conseguenza, i libri ben fatti sulla violenza domestica, nell’ambito della letteratura per l’infanzia, sono veramente rari. Libri che non siano troppo didascalici, troppo manualistici, troppo rigidi, che non cerchino di inserire l’esperienza umana in uno scritto troppo semplice, ma che lascino aperte le porte della singolarità di ogni vita umana.
Due ottimi esempi di libri che si avvicinano con sensibilità e intelligenza a un tema doloroso sono Il nascondiglio, di Pam Smy (Uovonero, 2021) un libro per ragazzi e ragazze delle medie e The Big Bad Wolf in My House, di Valerie Fontaine e Nathalie Dion (Graundwood Books, 2021), un libro canadese non ancora tradotto in italiano. Parlano entrambi di violenza. Raccontano di case in cui non si vive più bene, in cui gli adulti, troppo coinvolti e sofferenti, non si accorgono di cosa accade ai figli oppure, pur accorgendosene, non sanno assolutamente come far cessare l’origine del disagio: l’abuso.
Il racconto che un bambino fa della sua paura è sempre filtrato dal fatto che del mondo non conosce ancora i contorni, non ha tutti gli strumenti per giudicare cosa accade: lo vive e ne apprende i trucchi, mano a mano. Manca il giudizio, non si distingue ancora il bene e il male. Ma i bambini sanno come sopravvivere. Sono bravissimi in quello, spariscono nelle pieghe possibili di calma, si confondono con i mobili. Si ricreano togliendo ogni bisogno personale per non attrarre in alcun modo l’attenzione. Smettono di essere bambini e bambine e diventano soldati in una guerra fredda e violenta. L’unico scopo che conoscono è proteggere e sopravvivere.
The big bad wolf in my house è un albo illustrato. La bambina protagonista inizia dicendo: “Il lupo cattivo non aveva dovuto sbuffare e soffiare per entrare a casa nostra, era entrato dalla porta” e continua con il racconto di pochi episodi, che ci lasciano capire come si sta evolvendo la situazione.
La grande importanza di questi libri, che dovrebbero essere a disposizione di operatori sociali, assistenti sociali, medici, infermieri e di chiunque abbia a che fare con l’infanzia in situazioni di abuso è che sono facili da usare. Non puntano il dito, ma danno la possibilità di dire “io so che vuol dire..” e di aprire un dialogo. Danno la possibilità di far sentire compreso chi legge, con un gesto semplice e che va dritto al cuore del problema.
Il rifugio, di Pam Smy, è molto simile. Un ragazzo fugge, ha trovato quest’unica soluzione. Fugge perché non sopporta veder maltrattare sua madre, perché nella sua rosa di possibilità questa sembra l’unica percorribile. Perché segue il suo istinto. E’ un bellissimo racconto di come il protagonista deve fare i conti con il senso di colpa misto di rabbia di aver abbandonato sua madre. Su come la vita sia potente e lo porti in luoghi in cui non sapeva sarebbe arrivato. Su come questo gesto riesca a far risvegliare anche la madre e a farla tornare in se. Un ragazzo che è chiamato a capire come risolvere una questione su cui non ha nessuno potere, che dovrà imparare come gestire il seguito della sua vita e come non ferire chi ama nel tentativo di salvarsi.
Spero che questi libri arrivino nelle mani di chi li sa capire ed usare.
Spero che siano sempre di più gli operatori che si occupano di infanzia a vario titolo, capaci di cercare nella letteratura questi strumenti.
Buona lettura.
Deborah Soria
libraia indipendente
libreria ottimomassimo
Roma